sabato 10 marzo 2007

Dico o non Dico

Dallo scontro ad "Annozero" alla manifestazione in piazza Farnese

Ministro lascia Annozero, conduttore "che arroganza"
(ANSA) - ROMA, 8 MAR - Il ministro della Giustizia, Mastella, ha abbandonato in polemica la trasmissione Annozero di Santoro, dedicata all'omosessualita' e ai Dico. Il clima si e' surriscaldato quando Mastella ha giudicato "saccente" la domanda di un giovane che contestava che la famiglia composta da uomo e donna fosse l'unica riconosciuta. "Il suo comportamento e' fazioso", ha detto il Ministro a Santoro che "proteggeva" il diritto del ragazzo a insistere. "Arroganza insopportabile", ha commentato Santoro.


Roma, 10 marzo 2007: manifestazione per i Dico in piazza Farnese
La manifestazione per le coppie di fatto è stata organizzata da Arcigay, Cgil e numerose sigle dei movimenti omosessuali. Adesione di parlamentari ed esponenti del governo - assente Bertinotti ed è polemica all'interno del centro-sinistra.

Il disegno di legge approvato dal Governo ed ora all'esame parlamentare continua a suscitare polemiche sul tema del riconoscimento di diritti alle coppie di fatto, in particolare ne beneficerebbero le coppie omosessuali perché per la famiglia di fatto composta da due persone di sesso diverso è già tutelata dall'attuale ordinamento giuridico (in particolare: eguaglianza del rapporto tra genitori e figli, possibilità per il convivente di essere risarcito dal terzo che ha provocato illecitamente la morte del convivente, possibilità di succedere nel contratto d'affitto e nell'assegnazione di casa popolare, etc).
Per cui la vera rivoluzione sarebbe concedere l'istituto del matrimonio anche per le coppie omosessuali allo stile della Spagna di Zapatero.

10 commenti:

Gabriele ha detto...

L'ordinamento giuridico riconosce importanti prerogative alla famiglia fondata sul matrimonio, e comunque alle coppie eterosessuali, in virtù della loro importante funzione sociale, ossia la procreazione. Infatti è questo aspetto a consentire la continuità e l'evoluzione della società, per cui possiamo dire che la famiglia tradizionale da un contributo all'intera società che, al contrario, non possono dare per ragioni naturali di ordine biologico le unioni omosessuali. Per cui, perchè la società dovrebbe riconoscere alle coppie gay pari diritti a differenza di contributo sociale? Nessuna discriminazione deve essere fatta nei confronti di queste persone, però cosa diversa è attribuire diritti alla "coppia" e far passare per naturale qualcosa che non lo è.

roberta.ni ha detto...

sarò una mosca bianca nel commentare come segue questo argomento, ma non è come propriamente detto da gabriele.chi come me si trova ogni giorno a scontrarsi con le lacune del sistema giuridico, sa bene che, gli innumerevoli riconoscimenti che ci sono stati fin d'ora per quanto riguarda le coppie etero di fatto, non è avvenuto sempre tramite interventi legislativi, ma più che altro tramite pronunce della suprema corte. giudici di legittimità (tale è la cassazione) che si sono trovati di fronte a risolvere questioni giuridiche prive di una tutela certa del diritto. non voglio tediare i lettori con una stesura di pronunce giurisprudenziali,ma molti dei diritti che vengono riconosciuti attualmente alle unioni di fatto, è avvenuto proprio in virtù delle "denunce" (passatemi il termine) avanzate dai privati cittadini nelle aule di giustizia. si parla molto di dico,ma si fa anche tanta confusione.il progetto di legge non si riferisce solamente alle coppie omosessuali, ed in tutta sincerità mi sembra poco elegante associare la procreazione a un contributo sociale

Unknown ha detto...

Sono d'accordo con gabriele quando sostiene l'unione familiare come motore della società. In Europa una politica sui dico è stata sempre affiancata ad una politica di tutela della famiglia, sovvenzioni per il terzo figlio ecc...
Non nascondo però la mia simpatia per gli omosessuali che come minoranza nel paese rivendicano giustamente quelli che per loro sono diritti inequivocabili. Il dizionario definisce famiglia come "nucleo fondamentale della società umana" e sebbene per molti può essere scontato, vorrei evidenziare che nn viene fatta distinzione tra membri omosessuali ed eterosessuali. Quelle poche volte che ho tentato di informarmi sull'argomento, tra pacs e dico, ho visto solo tanto fumo... una confusione terribile!!! La sensazione che ho avuto è che si rincorrano ad assurdi artifizi pur di non concedere questo benedetto (perdonate il termine) matrimonio civile gay. Non voglio affatto indebolire la famiglia etero, ma anzi rafforzarla ed estenderla a tutti. Permettendo i matrimoni gay non condanniamo la razza umana all'estinzione, anzi sensibilizzando la popolazione alla tolleranza costruiamo forse un futuro con rapporti più pacifici tra esseri umani!

burkets2001 ha detto...

Totlamente concorde con Gabriele.
Sarebbe vergognoso permettere a due uomini di sposarsi!E poi quale sarebbero le altre libertà che fra pochi anni saremmo costretti a concedergli?L'adottare i figli?CHE SCHIFO!!ma la natura allora ha sbagliato,ha creato l'uomo e la donna cosi tanto per divertirsi!!!Non siamo ridicoli....al poosto di perdere tempo su queste corbellerie la politica italiana si dovrebbe occupare di cose molto piu importanti!!
SINISTRA ITALIANA...VERGOGNA!!

Roberto ha detto...

I dico sono una creazione politica avente l'unica finalità di accontentare una parte dell'elettorato dell'attuale governo, essenzialmente gli omossessuali e coloro che non possono contrarre matrimonio. Una coppia di eterosessuali che decide di convivere senza contrarre matrimonio (civile o concordatario) evidentemente vuole sentirsi libera da determinati tipi di vincoli per cui non vedo il motivo per cui dovrebbe propendere per un surrogato del matrimonio (dico). L'omosessualità per quanto vogliano sforzarsi di dimostrare il contrario rinomati leader dei movimenti "gay" è in contrasto con la biologia della riproduzione della specie umana e pertanto storicamente può essere stata più o meno tollerata dai vari tipi di società, ma mai accettata come equivalente alternativa all'eterosessualità. L'attuale legislatore crede di poter cambiare le leggi della natura? ... siamo forse davanti ad un caso di delirio da onnipotenza!!!

Anonimo ha detto...

non viviamo isolati dal resto del mondo.abbiamo fatto la scelta di aderire con il trattato di roma alla comunità europea, ora unione europea. siamo rimasti in pochi a non avere una regolamentazione delle coppie di fatto.pur non essendo di sinistra, mi rendo conto che la situazione richiede un intervento legislativo, quantomeno per dire basta all'uso strumentale e politico dell'istituto sacro del matrimonio.

Anonimo ha detto...

finalmente il blog ha ripreso a funzionare.ho dovuto lasciare un messaggio anonimo,perchè con il mio user id dava errore

Anonimo ha detto...

La famiglia, quella con la F maiuscola, originata da una coppia eterosessuale stabile, fondata sul matrimonio (come afferma l'art. 29 della nostra Costituzione) è il vero motore della società al cui sviluppo contribuisce, non solo in termini di filiazione. Sarebbe opportuno che il Parlamento si occupasse di problematiche che riguardano l'intera popolazione (come ad esempio la sanità, l'imposizione fiscale, l'ambito sociale, l'istruzione e la formazione, etc) al posto di incentrare il dibattito politico sui dico che interessano una minoranza di italiani, anche se ultimamente qualcuno cerca di far credere il contrario.

uomo qualunque ha detto...

A mio avviso più che parlare di unioni di fatto bisognerebbe incentrare gli interventi legislativi sugli istituti giuridici già esistenti ampliando la loro portata in ossequio alle recenti decisioni giuresprudenziali.
Mi spiego, non occorre legittimare "unioni di fatto" che, ad eccezione dell'unione basata sul matrimonio (per la valenza intrinseca dell'istituto stesso che è fondamento della società in cui viviamo) attengono alla sfera privata di una persona e che non è necessario che vengano pubblicizzate; è sufficiente stabilire ad esempio che la reversibilità della pensione, la successione nel contratto di affitto e così via si applica anche a chi dimostri di aver convissuto con il titolare di tali benifici per un dato periodo di tempo fornendo sostegno morale e materiale. Il fine è proprio quello di premiare l'affetto e il sostegno che può esserci stato tra due persone lasciando fuori le relazioni sessuali che potrebbero anche non esserci state. Ne consegue che non è necessario parlare di unioni di fatto paragonandole al matrimonio perchè così si finisce col creare una grossa confusione con un istituto che per me e per molti altri è sacro e costituisce un unicum inimitabile.

Anonimo ha detto...

A mio avviso più che parlare di unioni di fatto bisognerebbe incentrare gli interventi legislativi sugli istituti giuridici già esistenti ampliando la loro portata in ossequio alle recenti decisioni giuresprudenziali.
Mi spiego, non occorre legittimare "unioni di fatto" che, ad eccezione dell'unione basata sul matrimonio (per la valenza intrinseca dell'istituto stesso che è fondamento della società in cui viviamo) attengono alla sfera privata di una persona e che non è necessario che vengano pubblicizzate; è sufficiente stabilire ad esempio che la reversibilità della pensione, la successione nel contratto di affitto e così via si applica anche a chi dimostri di aver convissuto con il titolare di tali benifici per un dato periodo di tempo fornendo sostegno morale e materiale. Il fine è proprio quello di premiare l'affetto e il sostegno che può esserci stato tra due persone lasciando fuori le relazioni sessuali che potrebbero anche non esserci state. Ne consegue che non è necessario parlare di unioni di fatto paragonandole al matrimonio perchè così si finisce col creare una grossa confusione con un istituto che per me e per molti altri è sacro e costituisce un unicum inimitabile.